Non serve cambiare nome alla giornata del 25 aprile, serve invece smettere di considerarla una festa di parte

Martedì 23 Aprile 2024

Caro Direttore,
si avvicina il 25 aprile e con esso solite polemiche, scambi di accuse su chi interpreta meglio questo giorno che dovrebbe essere fondamentale per tutti gli Italiani e gli europei. Va detto, però, che anche per i nostri più giovani, nonostante lo sforzo dei loro nonni che quei giorni della Liberazione gli hanno vissuti, sofferti e conquistati, comprendono sempre meno il significato di una celebrazione che diviene sempre più divisiva. I social poi fanno il resto. Forse è giunto il momento di pensar ad una nuova grande Festa di Unità Nazionale, più aperta all'impegno di tutti i cittadini a costruire un futuro più che a ricordare, ahimè spesso solo polemicamente un passato. Una grande festa, che non sia conseguenza di uno scontro armato e di sofferenze di guerra come spesso accade negli anniversari storici, ma che coinvolga pacificamente e per costruire il futuro del Paese tutte le generazioni, dove si parli di Liberazione, di Costituzione, ma anche di come tornare a fare.... Storia, con nuovi eventi e nuovi traguardi per il nostro Paese.

Marco Fontanello
Lendinara (Ro)


Caro lettore,
ho perso il conto delle risposte che in questa rubrica ho dedicato al 25 aprile, al suo significato storico e politico e ai contrasti che, pur dopo quasi 80 anni, questa data ancora genera.

Comprendo e condivido, da cittadino e da anti-fascista, sia il senso della sua riflessione sia la preoccupazione sulla percezione di questa giornata e del suo valore da parte delle nuove generazioni. Ma non credo che serva né che sarebbe utile cambiare il nome e il significato del 25 aprile. Avrebbe solo il risultato di ingigantire le già numerose polemiche e creare anzi nuove dispute. Il 25 aprile celebra, simbolicamente, la fine della dittatura fascista ed andrebbe quindi considerata la festa della democrazia e della libertà di tutti. Purtroppo non è così e non so se sarà mai così. Perché lo fosse sarebbe necessario innanzitutto che questo giorno non venisse più considerato da qualcuno "patrimonio" esclusivo solo di una parte degli italiani e che la si smettesse di sfruttarlo per scagliarlo contro qualcuno, imbastendo polemiche politiche, spesso pretestuose, in base al colore della maggioranza di governo di turno. Ma, anche assistendo alle diatribe di questi giorni, mi rendo conto, con rassegnata tristezza, che queste sono destinate a restare illusioni.

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