Bostrico, il killer degli alberi sta devastando i boschi del Veneto: a Cortina strada chiusa per abbattere gli abeti rossi colpiti

I tecnici: «Già raggiunti i 16 milioni di metri cubi di schianti»

Martedì 23 Aprile 2024 di Angela Pederiva
Bostrico, il killer degli alberi sta devastando i boschi del Veneto: a Cortina strada chiusa per abbattere gli abeti rossi colpiti

La strada dei laghi Ghedina, a Cortina d'Ampezzo, è chiusa per il bostrico. Un'ordinanza del Comune dispone che da ieri, e fino al prossimo 31 maggio, venga vietato il traffico sia ai veicoli che ai pedoni nel percorso che sale dal campeggio Olympia di Fiames: nell'ambito del progetto da 187.940 euro che coinvolge anche San Vito di Cadore, infatti, Veneto Agricoltura deve tagliare gli abeti rossi colpiti dal temibile coleottero e in quel tratto "sono presenti numerosi massi che potrebbero rotolare a valle", per cui va tutelata "l'incolumità delle persone". È solo uno dei tanti interventi promossi grazie alla sinergia tra Regione Veneto e Università di Padova, nel tentativo di contenere l'emergenza scoppiata dopo la tempesta Vaia, con i suoi 16 milioni di metri cubi di alberi schiantati al suolo che hanno accelerato la proliferazione dell'insetto: «Ma ormai con l'infestazione abbiamo raggiunto un danno che è altrettanto grande», riferiscono i tecnici, alludendo al fatto che il drammatico bilancio del 2018 è destinato ad essere superato.


Come combattere  il bostrico


Il calcolo esatto non è pensabile, tuttavia la stima di perdite pari a quelle causate dall'uragano è desumibile dal monitoraggio satellitare, i cui risultati annuali sono visibili su una mappa georeferenziata, attiva su impulso di Regione (con le unità Fitosanitario, Foreste e silvicoltura, Servizi forestali), Università (con il dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali) e Veneto Agricoltura (con la Sistemazione idraulico-forestale). Una rilevazione onerosa e complessa, a cui concorrono anche le trappole a feromoni, utili difatti più per il controllo della densità che per la cattura degli esemplari di Ips thypographus: gli esperti spiegano che «per la lotta attiva ne servirebbero almeno 30 per ettaro», ma sarebbe comunque una sfida impari, considerando che ogni pianta è attaccata mediamente «da 60-70.000 individui».

Non a caso le rilevazioni del 2023 hanno attestato quantità «di 4-5 volte superiori alla soglia di allarme», cioè al livello in cui bisogna iniziare a preoccuparsi, che evidentemente è già stato ampiamente sorpassato. E la tendenza non sembra certo incanalata verso un miglioramento, in tempi di cambiamento climatico: «Quest'anno ci viene fatto notare lo sfarfallamento degli insetti è stato anticipato di 2-3 settimane. Con la pioggia e il freddo di questi giorni, il fenomeno si è temporaneamente arrestato, ma ripartirà con il caldo e con il sole. Per favorire la presenza di predatori e antagonisti, servirebbe un andamento climatico favorevole alle conifere e sfavorevole al bostrico, però questa è una condizione sempre più difficile in anni che vedono primavere molto piovose ed estati parecchio siccitose».


Alberi tagliati sulle Dolomiti


In attesa di tempi migliori, vengono effettuati i tagli degli alberi infestati, ma con misura. «Ci sono zone in cui le rimozioni sono agevoli e utili dice l'assessore regionale Gianpaolo Bottacin (Ambiente) perché l'accesso è semplice. Ma ci sono anche posti in cui non si arriva nemmeno a piedi, oppure dove l'intervento causerebbe un danno ancora maggiore per il rischio di causare una valanga o di stressare le piante sane». Il 13 maggio scadrà il bando regionale per l'accesso ai contributi per gli interventi di rimboschimento delle aree colpite.

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