Spagna e sud America trascinano la redditività dei primi sei mesi 2025 di Enel compensando il rallentamento dell'Italia nonostante l'aumento delle bollette e danno la spinta alle guidance di quest'anno contenute nel piano 2025-2027: nel 2025, il gruppo prevede un ebitda ordinario compreso tra 22,9 e 23,1 miliardi e un utile netto ordinario compreso tra 6,7 e 6,9 miliardi. Dal rendiconto semestrale approvato ieri dal cda emerge che il risultato netto ordinario è cresciuto del 4,4% a 3,8 miliardi grazie «al positivo andamento della gestione operativa ordinaria nonché ai minori oneri finanziari connessi al minor indebitamento finanziario netto» che è sceso a 55,4 miliardi. Enel ha registrato nel primo semestre «un trend positivo» e il secondo trimestre «è stato un nuovo trimestre di crescita». Il gruppo ha registrato «risultati solidi» e «confermiamo i nostri obiettivi», ha dichiarato l'Ad Flavio Cattaneo, durante la conference call con gli analisti. «La creazione di valore continua a guidare tutte le nostre azioni: si prevede che l'utile netto ordinario di gruppo si attesterà a fine anno nella parte più alta della guidance; inoltre il piano di buyback annunciato oggi (ieri, ndr) migliorerà ulteriormente la remunerazione degli azionisti di Enel, in aggiunta a quanto già previsto dalla nostra solida politica dei dividendi». A proposito di buy back, Enel ha varato un piano di 1 miliardo sui 3,5 complessivamente approvati.
Sempre ieri Enel ha comunicato che Endesa è salita al 100% di Cetasa, mediante l'acquisizione del 62,5% portando la capacità eolica consolidata in Spagna di 99 mw. Enel continua inoltre a crescere aumentando la sua presenza internazionale, come dimostrano le due operazioni annunciate negli ultimi giorni: oltre a Cetasa, in Grecia la joint venture Principia ha firmato un accordo per l'acquisto di 150 MW eolici. Nel 2025, il gruppo ha annunciato o perfezionato operazioni di acquisto asset rinnovabili per quasi 2 GW, quasi interamente idroelettrici ed eolici.
Nel semestre i ricavi sono cresciuti del 5,4% a 40,8 miliardi, in funzione dell'aumento dei volumi nella generazione termoelettrica e trading per la vendita di commodity sul mercato wholesale e per gli adeguamenti tariffari rilevati in Italia e Argentina, al netto degli effetti delle variazioni di perimetro nei due periodi a confronto connesse principalmente alla cessione delle attività di distribuzione e generazione di energia elettrica in Perù.