CAMPODARSEGO (PADOVA) - Ultimo commosso saluto, ieri pomeriggio, a Giampietro Moro, ex responsabile della Polizia locale di Cadoneghe.
Grande commozione
Sono state circa 400 le persone che ieri hanno partecipato alle esequie di Moro, morto a 64 anni a due mesi dal trapianto di cuore. Tra loro una trentina di comandanti in carica e alcuni in congedo del padovano e della provincia di Venezia, alcuni dipendenti comunali di Cadoneghe e altri che hanno lavorato a Vigonza, quando Moro era stato agente al Comando locale. Presenti anche ex carabinieri e ex amministratori. Molti anche gli amici del figlio Andrea, e colleghi dello studio legale dove lavora. Assenti, invece, gli agenti del comando di Cadoneghe. Mischiati tra i numerosi presenti, l'ex sindaco di Cadoneghe Michele Schiavo e di Campodarsego Mirko Patron, e la presidente del consiglio comunale di Cadoneghe Dina Ruffato, cugina della moglie di Moro. In chiesa, ai piedi dell'altare, sei ceste di fiori da parte di amici e conoscenti, e del Circolo San Sebastiano di Camposampiero, che promuove la solidarietà e attività a sostegno della polizia locale. «Affidiamo Giampietro alla misericordia di Dio per tutto ciò che è stato nella sua vita, nel suo tempo ha detto don Sebastiano nell'omelia con le sue relazioni, con la sua famiglia. Ci sono dei tratti di lui che chiediamo al Signora che possa accoglierli. E forse potrebbero anche dirci come Dio pone la sua luce nei tratti della personalità di Giampietro. In questo ultimo periodo Giampietro si è trovato ad affrontare una sofferenza inaspettata che gli è caduta addosso. Ma ora lui può incontrare Dio. Facciamo nostra questa frase: "I nostri occhi vedranno il Signore" e Giampietro lo sta già facendo e noi lo accompagniamo. E noi che gli abbiamo voluto bene, che abbiamo creduto anche quando le cose non si prospettavano buone, chiediamo a Dio di aiutarci a darci la sua pace a sostenerci nei cammini più faticosi, così come ha fatto con Giampietro».
Il picchetto d'onore
rima della benedizione finale, un breve ricordo da parte del cognato Giuseppe. «Giampietro era una persona buona con tutti, e prima di tutto c'era la sua famiglia, la moglie Elisabetta che amava, il figlio di cui era molto orgoglioso, la sorella Fabiana con cui erano una cosa sola. Amava il suo lavoro che esercitava con grande entusiasmo e professionalità. Sapeva gestire il Comando come un padre di famiglia, aveva anche una grande passione per il suo vigneto. Aiutava le persone in difficoltà; come un soffio di vento e in punta di piedi, caro Giampietro te ne sei andato via lasciando senza parole e solo con le lacrime agli occhi. Comandante Giampietro ti saluto non come cognato, non come amico, ma come fratello, ciao Piero». All'uscita della chiesa, il feretro di Moro è stato salutato con il picchetto d'onore. L'ex responsabile della Polizia locale, in pensione da giugno, è morto lo scorso 1 ottobre, a due mesi dal trapianto di cuore. Il nome di Moro è legato alla vicenda delle 58 mila multe della scorsa estate, quando scoppiò lo scandalo degli autovelox sulla Sr 307. Per quella vicenda l'ex responsabile della Polizia locale era imputato, insieme ad un agente, per falso ideologico nell'iter che ha portato all'installazione dei misuratori di velocità. Per quella vicenda Moro era imputato, insieme ad un agente, per falso ideologico nell'iter che ha portato all'installazione dei misuratori di velocità.