PORDENONE - Per i pediatri un tetto massimo di mille assistiti e, se ne hanno almeno 800, potranno avere il contributo per il collaboratore amministrativo, per favorire la qualità del rapporto continuativo e quotidiano con i pazienti. Inoltre, tutti i pediatri dovranno prevedere nei propri orari di apertura una giornata con una fascia oraria 17-19. Non da ultimo, regolamentato il ruolo del coordinatore dell'unità complessa delle cure primarie e del coordinatore delle Aft, le Aggregazioni funzionali territoriali, affinché all'interno di ogni distretto gli orari dei pediatri garantiscano una presenza professionale sull'intero arco della giornata. Sono questi alcuni punti di caduta su cui pediatri di libera scelta e Regione Fvg hanno trovato l'intesa per sottoscrivere l'Accordo integrativo regionale, che arriva dopo quello del 2011 e recepisce anche alcune innovazioni definite negli Accordi collettivi nazionali siglati nel 2022 e 2024.
I dettagli
Il documento è stato approvato dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, per il quale «con questo atto abbiamo allineato il rapporto con i pediatri alle direttive dell'ultimo accordo nazionale concretizzando anche soluzioni organizzate che miglioreranno le attività dei professionisti e garantiranno maggiore risposta agli assistiti». Dal punto di vista economico la Regione ha investito 830mila euro, che incrementano gli oltre 2,1 milioni di euro stanziati nei precedenti Accordi integrativi regionali.
«È un accordo soddisfacente, che abbiamo raggiunto dopo tre anni di trattative», afferma Paolo Lubrano, della Federazione medici pediatri Fvg, che sottolinea, tra l'altro, il riconoscimento per i Pdl dei «bilanci di salute» redatti per i giovani pazienti oltre i tre anni - sino a questa età erano già riconosciuti e fino ai 14 anni d'età. Tali bilanci ovvero la compilazione del Libretto che segue lo sviluppo del bambino sano nei diversi suoi aspetti di crescita -, dagli attuali 8 arriveranno a 11, comprensivi cioè di quelli che fattibili a 6, 10 e 14 anni. Sul miglioramento del rapporto con le famiglie un ruolo potrà giocarlo la presenza di un collaboratore amministrativo, per il quale sino ad ora era riconosciuto un contributo se il pediatra aveva il massimo di pazienti, cioè 1.200 unità. Ora, invece, tale contributo economico pari a 14.400 euro sarà attivabile per un collaboratore già a partire dagli 800 pazienti, una cifra inferiore rispetto al tetto massimo che con il nuovo accordo, e in virtù anche di una direttiva nazionale, scende a mille unità. «È chiaro che precisa Lubrano tali risorse sono erogate se effettivamente il costo è sostenuto e in base all'effettiva spesa».
Le ricadute
I pediatri potranno accettare, anche in sovrannumero i piccoli pazienti di genitori che hanno già altri figli seguiti dal singolo pediatra. Previa accettazione del medico, il pediatra di riferimento potrà essere mantenuto fino al compimento del 18esimo anno di età in presenza di situazioni di particolare gravità sanitaria. Le famiglie residenti in regione potranno chiedere assistenza pediatrica anche nei pressi della propria attività lavorativa, in alternativa alla residenza a fronte dell'accettazione del pediatra. Saranno, inoltre, Inserite una serie di prestazioni aggiuntive che potranno individuare l'eventuale manifestazione di patologie fisiche e mentali invalidanti nelle varie fasi di età degli assistiti, in accordo con le Linee Guida nazionali ed europee in tema di Prevenzione primaria. Disciplinate, inoltre, le modalità di sostituzione dei pediatri. Riguardo al numero dei pediatri di libera scelta attivi, Lubrano assicura che oggi in regione «non vi è carenza di questa figura. Causa il calo delle nascite, ciò che potrà accadere in futuro è che le famiglie di alcune aree dove non ci sono numeri sufficienti per l'attività di un pediatra debbano far riferimento a quelle vicine».