«Lo stadio costa troppo? Vendo le case popolari». Contromossa di Brugnaro alle critiche delle opposizioni per i 320 milioni spesi

Gli inquilini degli alloggi pubblici in regola con i pagamenti potranno acquistarle con uno sconto del 40% e l'amministrazione reinvestirà quelle risorse

sabato 19 aprile 2025 di Fulvio Fenzo
«Lo stadio costa troppo? Vendo le case popolari». Contromossa di Brugnaro alle critiche delle opposizioni per i 320 milioni spesi

MESTRE - «Mettono lo stadio in alternativa agli investimenti per le case popolari? Ma, a parte che stiamo ristrutturando tante di quelle case come non è mai stato fatto, allora vi dico questa cosa: partiremo con una sperimentazione per vendere gli alloggi comunali agli inquilini in regola con il pagamento degli affitti.

Potranno acquistarle con uno sconto del 40 per cento del loro valore, e l'Amministrazione potrà reinvestire queste risorse. Quando? Ho già pronte le delibere».

Diavolo di un Brugnaro. Convoca tutti in municipio a Mestre per presentare il progetto dello stadio e cala un asso che rappresenta una svolta storica per il Comune che, a differenza dell'Ater, finora non aveva mai messo sul mercato il proprio patrimonio immobiliare residenziale. Una mossa a sorpresa per rispondere agli attacchi dell'opposizione su quei 320 milioni di euro investiti nel Bosco dello sport "invece di dare risposte ai problemi della residenzialità in città", con un'operazione che potrebbe invogliare gli assegnatari a diventare proprietari della loro casa. «Ne parleremo più avanti - riprende il sindaco -, ma la legge ci consente di offrire gli alloggi con uno sconto del 20 per cento agli inquilini, partendo da valori che non saranno certo alti. Non solo, siccome voglio vendere non a rate, quanti aderiranno pagando subito avranno un'altra riduzione del 20 per cento, arrivando al 40% di sconto. In questo modo noi incassiamo tutto e possiamo reinvestire queste risorse, e gli assegnatari non saranno più condannati ad essere inquilini a vita, ma diventeranno proprietari della loro casa, con gli anziani che potranno lasciare l'abitazione ai propri figli. Chi non comprerà? Niente paura, le case resteranno del Comune».

 

LO STADIO

È vero, si doveva parlare dello stadio, «un nuovo stadio che in Italia non si fa da decenni, e voi potrete dire "io c'ero"» aveva aperto la presentazione il sindaco, dando subito il mood del "momento storico". C'è però l'incognita Tar sul futuro dei lavori per il Bosco dello sport, dopo la sentenza del giudici amministrativi che hanno accolto il ricorso presentato dal gruppo capitanato dalla Genesio Setten spa, piazzatosi al secondo posto nella gara che ha assegnato i lavori per la realizzazione dello stadio. «Non ci sono preoccupazioni, si va avanti regolarmente - tranquillizza Brugnaro -. Quei documenti non potevamo darli senza il permesso del primo classificato, e noi ottempereremo a quanto ha deciso il Tar. Affideremo il cantiere la settimana prossima all'azienda che ha vinto e fra 30 giorni avremo il progetto esecutivo che approveremo nei 30 giorni successivi subito. Ma intanto il cantiere verrà già allestito per partire con i lavori dai primi giorni di luglio e terminarli in 20 mesi. Tra aprile e maggio 2027 lo stadio sarà finito».

 

 

I CONTI

Ma è l'assessore Michele Zuin, l'uomo dei conti di Ca' Farsetti, a mettere i puntini sulle "i": «Sono orgoglioso di quest'opera sostenuta da tutta la maggioranza. Non togliamo niente, ma DIAMO (lo dice così, tutto in maiuscolo, ndr.) una grande cosa alla città. Lo stadio costerà 92 milioni di euro, di cui 47 milioni di avanzo di amministrazione, perché siamo stati bravi, e 45 di mutuo. Per tutto il Bosco dello sport avremo solo 65 milioni a debito, senza contare che con i terreni venduti dal Casinò si sono coperti altri debiti... Ai detrattori ricordo che quando noi siamo arrivati il debito del solo Comune era di 320 milioni, e quando usciremo nel 2026 il debito sarà di 185 milioni con il Bosco dello sport fatto».

 

L'ATTACCO FINALE

L'assist a Brugnaro è servito: «Ho ristrutturato il Comune come se fosse un'azienda - riprende il sindaco -. Bisogna spendere meno di quello che si guadagna, perché solo così si sta in piedi. Tutti gli attacchi che ci arrivano è perché sentono il profumo dei soldi in un Comune che abbiamo rimesso a posto... Per questo stadio posso ringraziare solo i miei consiglieri di maggioranza». E il primo cittadino affonda la lama: «Sono riusciti a polemizzare anche sul matrimonio di Jeff Bezos a Venezia: 200 invitati non bloccano la città, ma portano un sacco de schei. Ce lo dicono a noi che siamo stati i primi al mondo a gestire il turismo. Dovrei dimettermi? Allora lo stadio non lo vedremmo mai. Quelli non si mettono d'accordo su niente, tranne che sul fatto di attaccarmi. Lavorano "H24" per rompere le scatole. Vediamo quanti di loro poi verranno ai concerti che faremo nel nuovo stadio».
 

Ultimo aggiornamento: 20 aprile, 10:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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