Leone XIV è green come Francesco: alla COP30 si riconosca il «debito ecologico» dei Paesi ricchi

martedì 20 maggio 2025 di Franca Giansoldati
Leone XIV è green come Francesco: alla COP30 si riconosca il «debito ecologico» dei paesi ricchi

In totale continuità con Papa Francesco, Leone XIV – nel suo primo video messaggio - riprende in mano la Laudato Sì, l'enciclica sociale green, per rivolgersi alla Rete Universitaria della Casa Comune riunita in questi giorni a Rio de Janeiro in preparazione della COP30.

Prevost chiede di studiare il modo per  «una riconciliazione tra il debito pubblico e il debito ecologico». Una proposta che Bergoglio aveva suggerito in occasione dell'ultima giornata mondiale della pace e in vista del Giubileo. In pratica si tratta di trovare meccanismi di compensazione tra il debito “ecologico” dei Paesi ricchi e il debito estero dei Paesi poveri, vale a dire un fardello sempre meno sostenibile e aggravato dalla congiuntura macroeconomica mondiale segnata dagli alti tassi d’interesse e dal trattamento iniquo dei debitori sul piano finanziario.

Papa Leone ha fatto propria questa visione a dieci anni dalla promulgazione dell'enciclica verde, riconoscendo il grande lavoro che la Chiesa sta facendo in questa direzione. Nel video incoraggia poi i rettori a portare avanti questa importante missione. Siate costruttori di ponti e di integrazione tra le Americhe e la penisola iberica lavorando per la giustizia ecologica sociale e ambientale. Andate avanti» ha affermato. 

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Il ragionamento della Chiesa  in materia si basa sul fatto che nei Paesi poveri il debito consuma più risorse di quelle investite in sanità ed istruzione, condannando di conseguenza alla povertà una parte fondamentale delle nuove generazioni. Il concetto di debito ecologico contenuto nella Laudato Si’ afferma che storicamente i Paesi ricchi hanno utilizzato, in quota sproporzionatamente superiore, il diritto a inquinare senza mai compensare i Paesi poveri che, al contrario, hanno inquinato molto meno. Di conseguenza il Nord del mondo nei loro confronti ha una forte responsabilità. 

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Secondo tanti economisti cattolici il contrasto al riscaldamento globale attraverso la mitigazione delle emissioni va considerato alla stregua di un bene pubblico globale. Inoltre l’emergenza climatica sta rendendo insostenibile il rapporto tra risorse e popolazione in molti Paesi poveri alimentando migrazioni climatiche che rischiano in futuro di creare flussi ancora più grandi e difficili da gestire alle porte dei Paesi ad alto reddito. A questo si aggiunge che le crisi debitorie sono sempre portatrici di instabilità politica non solo nazionale, ma anche globale. La visione sociale del climate change e delle sue conseguenze, messa a fuoco dieci anni fa da Bergoglio, è destinata ad essere portata avanti negli anni a venire anche da Papa Leone. 

Ultimo aggiornamento: 21 maggio, 07:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA