È stata fermata con l'accusa di omicidio la madre della tredicenne che ha partorito il neonato trovato morto domenica scorsa all'interno di uno zaino abbandonato tra gli scogli a Villa San Giovanni.
Inquirenti ed investigatori non hanno fornito, al momento, particolari sugli sviluppi delle indagini che hanno portato al fermo della madre della tredicenne e che hanno fatto seguito, in particolare, agli esiti dell'autopsia eseguita sul corpo del neonato.
Le indagini
La ragazzina è affetta da deficit cognitivo ed è stata trovata in casa dei genitori, prima di essere portata d'urgenza in ospedale e ricoverata per un possibile rischio di setticemia che é poi rientrato, consentendo le sue dimissioni.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica e dalla Procura per i minorenni di Reggio Calabria, guidate, rispettivamente, da Giovanni Bombardieri e Roberto Di Palma, stanno proseguendo celermente nel massimo riserbo, considerata la delicatezza della vicenda. L'attività investigativa punta a fare luce, in particolare, sul contesto familiare particolarmente degradato cui appartiene la tredicenne.
Sul corpo del neonato è stato disposto anche l'esame del Dna per chiarire chi è il padre del neonato, se si tratta di un giovane o di una persona più grande e se fosse a conoscenza della gravidanza della tredicenne. Non si esclude, tra l'altro, un'altra ipotesi inquietante. E cioè che la ragazza possa essere stata coinvolta in un giro di prostituzione minorile. Ipotesi che trova fondamento nel degrado sociale in cui ha vissuto fino ad oggi e dal quale, si spera, possa adesso uscire definitivamente per andare incontro ad un futuro più dignitoso.