Se il Giubileo è universalmente riconosciuto come tempo di preparazione per azzerare le ingiustizie nel mondo, non dovrebbe allora occuparsi in modo specifico anche della condizione delle donne?
Non occorrerebbe approfittare dell'Anno Santo per riflettere su come sanare tante discriminazioni non solo dentro la Chiesa ma, più in generale, nella società? La considerazione non è secondaria se si osserva la spaventosa involuzione in alcune regioni del globo, per esempio in Afghanistan (ma non solo), dove chi nasce di sesso femminile non ha più nemmeno garantito l’accesso al lavoro e all'istruzione. Eppure le Nazioni Unite martellano incessantemente che la parità di genere oltre ad essere un diritto umano fondamentale, è la condizione necessaria per rendere il pianeta prospero, sostenibile e in pace. Il cammino però appare assai lungo e accidentato. Il Giubileo indetto da Papa Francesco qualche passo in avanti lo ha fatto anche se tra gli eventi programmati non compare alcun momento dedicato in modo specifico all'universo femminile.
LA MASCOTTE
Ma questo non significa che il rapporto donne-Giubileo sia stato totalmente ignorato o ridimensionato. Anzi. Ci sono due novità. Tanto per cominciare a fare da mascotte ai pellegrini è stata scelta una bambina, una piccola pellegrina di nome Luce. Nome assai simbolico. È stata immaginata con gli occhi grandi, un impermeabile giallo che per qualcuno ricorda vagamente Greta Thunberg, con il bastone di legno dei viandanti in mano e la croce al collo. Quando è stata presentata la piccola Luce ha subito fatto storcere il naso i puristi perché ritenuta non all'altezza della tradizione classica. Una figura, ispirata ai manga, che ha finito per dividere e sollevare polemiche senza considerare la sua portata simbolica di fondo, l’essenza femminile di cui è portatrice e che, in questo contesto, resta un'autentica novità. Oltre a Luce è stato poi introdotto il primo itinerario giubilare intitolato alle grandi sante che con il loro peso hanno reso grande la teologia, la filosofia e il pensiero cristiano. È stato chiamato Donne Patrone d'Europa e Dottori della Chiesa (peccato non Dottoresse): grazie a quel pellegrinaggio rivolto ai milioni che arriveranno per attraversare la Porta Santa in una delle quattro basiliche patriarcali, potranno conoscere meglio il ruolo avuto da queste donne coraggiose e geniali, modernissime, sebbene poco note, per esempio Santa Ildegarda da Bingen, tra le menti più eccelse del suo tempo, il cui pensiero rappresenta un punto essenziale per la ricerca teologica.
IL CAMMINO
Il cammino parte da piazza Farnese dove ha abitato Santa Brigida, patrona della Svezia e co-patrona d'Europa. Nella chiesa e nel monastero la santa abitò fino alla sua morte avvenuta nel 1358. Di famiglia aristocratica Brigida decise di spogliarsi dei suoi beni e intraprendere la via religiosa. Ebbe esperienze mistiche riportate negli otto libri delle Rivelazioni. Nel 1349 quando arrivò a Roma ebbe il coraggio di denunciare il malcostume e il degrado diffuso in cui era caduta la città. Si avvertiva fortemente la lontananza del Papa, in quel periodo trasferito ad Avignone. Cuore della sua missione – al pari della sua contemporanea Caterina da Siena, altra santa inserita nel percorso giubilare – fu di chiedere al Pontefice di tornare presso la Tomba di Pietro. Lo stesso fece Caterina, oggi sepolta nella chiesa di Santa Maria Sopra Minerva. Anche lei patrona d'Italia e d'Europa e Dottoressa della Chiesa. Giunse a Roma chiamata da Urbano VI nel 1378 e si spese a combattere lo scisma a sostegno del papa legittimo.
Il percorso include la francese Santa Teresina di Lisieux, mistica e Dottoressa della Chiesa come la spagnola Teresa d'Avila, poi l'ebrea convertita Edith Stein, filosofa insigne morta ad Auschwitz e infine Santa Ildegarda da Bingen, una delle menti più geniali in assoluto: è stata filosofa, teologa, musicista, farmacologa, filosofa, cosmologa, gemmologa, poetessa, drammaturga, musicista. A lei si devono, tra l'altro, le basi della moderna farmacopea avendo studiato per anni le piante officinali. Pochi sanno che il suo nome è intimamente legato alla storia europea poiché diede aiuto e consigli a personaggi come Eugenio III, Federico Barbarossa, Filippo di Alsazia. A dimostrazione che la storia è piena di donne che l'hanno rivoluzionata. Peccato che qualunque fosse l'importanza delle loro scoperte, l'audacia delle loro avventure o la grandezza del loro genio, sono state costantemente sminuite, dimenticate, in alcuni casi quasi cancellate. Il Giubileo 2025 ha iniziato a toglierle dal cono d'ombra.
© RIPRODUZIONE RISERVATA