BELLUNO - Nuovo corso - e nuovo nome - per il Gran Caffè Manin. E, tra cinque-sei giorni, porte aperte, dopo anni di fatica, passaggi di mano, gestioni poco attente, chiusure e tentativi di ridare respiro al locale. Tra esterno e interno sono previsti 100 posti a sedere. L'arredo è completamente revisionato: i colori chiari saranno prevalenti, più tanto legno. Il locale, in piazza dei Martiri, che strizza l'occhio alla storia cittadina, peraltro, cambierà denominazione. Va in soffitta l'eco del patriota risorgimentale Daniele Manin, arriva invece il "Bistrò Italia 1882" che fa parte della linea di ristorazione che, da Trento a Enna, si occupa di caffetteria e ristorazione.
La nuova gestione
A prenderne le redini è la Guten srl l'azienda dei due soci trevigiani Alberto Vivian e Giuseppe Castellaneta: «Creiamo un salotto nel cuore della città. Riapriamo il Manin, con Bistrò Italia che sbarca a Belluno». Entrando nei dettagli: «Il nostro caffè, il Vergnano 1882 (la più antica tra le grandi torrefazioni in Italia, ndr), porterà novità al palato dei bellunesi. Le nostre proposte vanno dalla caffetteria, con brioche artigianali, alla ristorazione». Dal mattino alla sera, quindi, senza soluzione di continuità: offerta che va dalla colazione al pranzo, per proseguire con l'aperitivo e il cocktail bar, e finire sul menù della cena e del post cena.
Opportunità di lavoro
Rispetto ad alcuni anni fa non sarà ridato spazio alla gelateria (i bellunesi si ricordano l'affaccio sulla piazza con il bancone con i gusti, i coni e le coppette). Sarà sostituita con una proposta nuova: «Posizioneremo un nostro partner, "Yo-Yogourt" - precisa Castellaneta - la yogourteria, infatti, è qualcosa che manca nel centro di Belluno». Già una buona parte del personale è stata assunta, pronta a mettersi al servizio: «Ci sono da inserire ancora alcune figure - è la sottolineatura - ricerchiamo ancora baristi, camerieri e cameriere a cui offriamo l'opportunità di sviluppo, garantendo la crescita professionale»; per informazioni: team@bistroitalia1882.com.
Il locale
Tavolini e sedie anche all'aperto, nel progetto: «Faremo tutto con calma, il plateatico esiste, certo manca la struttura sono parole di Castellaneta dovremo parlarne con l'amministrazione comunale per allineare le nostre idee alle linee guida che riguardano l'estetica della piazza». Intanto, sotto ai portici, a un passo dalla chiesa di san Rocco, si lavora alacremente all'interno del locale: porte chiuse e rumore di trapani al piano terra dello stabile i cui muri va ricordato sono di proprietà di banca Unicredit. Ad aver saputo cucire le varie problematiche ereditate da anni di chiusura, portando il Manin a nuova gestione, è stato Benny Cavallari, titolare dell'agenzia immobiliare Area di Belluno: «Finalmente siamo all'apertura: la mia soddisfazione è per l'operato fatto. La città rivede il Gran Caffè Manin, anche se in veste nuova, ridare vitalità alla piazza e al centro storico».
La storia del Gran Caffè Manin
Si gira pagina. E se ne apre una nuova «che si adatta alle richieste del tempo». Rimarranno i ricordi del locale che fu per due secoli ritrovo della borghesia bellunese, già dalle origini come bottega del caffettiere Guarnieri. Nel 1842 la rivista "Il Gondoliere" inseriva il Manin tra i caffè-simbolo, come il Florian o il Pedrocchi. Non è un caso, dunque, che durante la prima guerra mondiale il locale, sotto la tettoia in ghisa, fosse divenuto il ritrovo esclusivo degli ufficiali austroungarici, con personale di lingua tedesca. Poi, negli anni Cinquanta-Sessanta-Settanta, ci si dava appuntamento per giocare a scacchi o a biliardo. E, nei giorni di festa e alla domenica in particolare, per grandi e piccini il Manin si trasformava nel regno di cannoncini, millefoglie e giuseppine.