Un fiume d’acqua durante il nubifragio, padre e figlio costretti a rifugiarsi in soffitta: «Il mio bambino ha ancora gli incubi»

Il maltempo ha provocato danni tremendi in questa zona del Trevigiano

venerdì 13 settembre 2024 di Valeria Lipparini
GIAVERA DEL MONTELLO Assieme a Nervesa è stato il Comune più colpito dal nubifragio di martedì sera

NERVESA (TREVISO) – Stanno seriamente pensando di lasciare le loro case, profanate dall’acqua. Per mettersi al sicuro. Non soltanto fisicamente, senza dover più fare i conti con mezzo metro di pioggia che penetra nelle stanze distruggendo mobilio, elettrodomestici, vestiti e ricordi. Ma anche psicologicamente. Per allontanare incubi e paure che l’acqua alta ha portato con sè insieme ai danni e all’attesa di ore, anche otto o dieci, prima di vedere le stanze asciutte. È il caso di Gianna Bignù, che abita in via Genio Zappatori a Bavaria di Nervesa: «Ho subito talmente tanti danni che non so se sia tempo di cambiare abitazione. Rimetto a posto questa, la vendo e vado ad abitare da un’altra parte». Perfino la sindaca di Nervesa, Mara Fontebasso, aveva detto, a caldo: «Ho le cascate del Niagara che mi entrano nello scantinato.

Purtroppo nel giro di pochissimo tempo è scesa una quantità enorme di pioggia mista a tempesta e questo probabilmente ha aggravato la situazione». E sulla sua condizione, presa dall'esasperazione, si lascia sfuggire un «È la volta che cambio casa», pur ammettendo che «ci sono molte situazioni peggiori».

Danni e paura

Il bilancio è pesante. E la paura è stata tanta. Cristina Ceotta, che abita in via della Riscossa, a Nervesa, ha dovuto fare i conti con il marito, Michele Fois, e il figlioletto di 9 anni che si sono rifugiati in soffitta per salvarsi. «La nostra prima preoccupazione è fare in modo che nostro figlio si rassereni. Ha vissuto un’esperienza traumatica e ha gli incubi. La nostra casa è sotto il livello della strada. L’acqua si è incanalata in cortile: era talmente forte che ha spostato l’auto parcheggiata sotto alla rimessa» ricorda mamma Cristina. «L’auto non funziona più: l’avevo comprata da appena un anno - aggiunge Michele guardando verso l’Opel Astra - e i mobili sono tutti da buttare. La nostra casa ha quattro anni: i sacrifici di una vita sono stati spazzati via in due ore dalla furia dell’acqua». Mentre Gianna Bignù ieri mattina è stata in Comune per capire come compilare il modulo per la richiesta dei danni. «Cosa vuole che le dica, vivo al piano terra. È tutto da buttare, frigo, lavatrice, lavastoviglie, oltre a scarpe, vestiti, libri della libreria fatta su misura. Ho una casa particolare con tanti mobili fatti apposta. Per un attimo mi sono sentita in colpa. Dovrò spendere per rifare tutto e non so nemmeno se ho le possibilità. Poi ho pensato che queste cose non devono succedere. E ho anche pensato che sono stanca. È ora di abbandonare questa casa e trasferirmi altrove». Gianna è ospite dal fratello. «Sono una sfollata, non so quanti mesi ci vorranno per poter rientrare a casa mia. I pavimenti in legno si sono sollevati, le porte sono “scoppiate” perchè sono rimaste immerse nell’acqua per dieci ore. Per fortuna non sono in albergo».

Disagi infiniti

Guglielma Baggio, residente in via Montello a Giavera, aggiunge: «L’acqua è entrata per 7 centimetri al piano terra di casa mia, al civico 17. La problematica derivata dalle piogge abbondanti che si verificano sul territorio è di una gravità assoluta per i danni e i disagi che vengono provocati ai residenti». Intanto nel web continuano a girare immagini della desolazione di martedì con strade trasformate in fiumi d’acqua tra Giavera, Nervesa, Volpago. I problemi legati al maltempo non sono, però, finiti. Ieri a Cornuda, a causa della caduta di alcuni rami sulla linea elettrica in via Bosco del Fagarè, la parte centro-nord del Comune è rimasta senza energia elettrica. Compreso il semaforo in centro. I tecnici dell’Enel si sono subito attivati.

Ultimo aggiornamento: 09:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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