PADOVA - Era in silenzio da quasi un secolo. E lunedì mattina, quando dall'alto sono riecheggiati nuovamente i rintocchi, è stata una piacevole sorpresa per coloro che erano in centro. È tornato a suonare, infatti, il "campanon" che si trova sulla sommità della Torre degli Anziani, oggetto di un imponente restauro in vista della riapertura fissata tra la fine di settembre e i primi di ottobre.
La campana, simbolo storico
Pure la campana, che pesa 2 tonnellate e che era stata fusa nel 1895 dalla ditta Colbacchini, è stata sottoposta a maquillage e quindi è stato provato il nuovo meccanismo a martelletto elettrico, preferito al vecchio batocchio che crea problemi statici alla struttura muraria. In quest'ultimo intervento di recupero il campanon stesso è stato spostato di 70 centimetri, espediente indispensabile per lasciare maggiore spazio alla scala in acciaio, con i pianerottoli ricoperti da un tavolato in legno. In passato i rintocchi si sentivano nei momenti cruciali, per esempio in caso di incendio, o quando la città era sotto assedio, oppure si insediava il podestà. A inizio Novecento, invece, scandiva le ore e l'ultima volta che lo ha fatto risale al 1938. La torre, quindi, tornerà fruibile con un assetto simile a quello originario e si inserirà perfettamente nel contesto dell'Urbs Picta, in quanto consentirà ai turisti di ammirare anche un panorama mozzafiato da 48 metri di altezza.
I dettagli
A fare il punto sul cantiere che ha per oggetto il più antico bene pubblico patavino, comprato dal Comune nel 1215, attorno al quale poi sono stati realizzati per esempio Palazzo Moroni, il Salone, il Pedrocchi e la stessa Cappella degli Scrovegni, è stato Andrea Colasio, presente al sopralluogo per testare il nuovo dispositivo sonoro. «Il batocchio non si può più usare - ha sottolineato - per cui abbiamo optato per un meccanismo elettronico prodotto dalla ditta Elettrocampane Giacometti di Legnaro che riproduce lo scampanio. Originariamente avevamo una grande campana, realizzata nel 1761 all'Arsenale di Venezia, sostituita poi a fine Ottocento da questa realizzata dalla mitica Colbacchini, che adesso abbiamo rimesso a nuovo e che aveva suonato fino a ridosso degli anni Quaranta, quando sulla sommità c'era ancora la statua della dea Minerva: in quel periodo caddero dei frammenti e volevano "capitozzare" la torre esattamente come era stato fatto per quella del Bo, ma fortunatamente nel 1939 l'allora sovrintendente Ferdinando Forlati riuscì a salvarla in extremis dall'abbattimento disposto dal podestà Solitro e dal Genio Civile, bypassando il Comune e trattando direttamente con il ministro Bottai, sostenendo che con le iniezioni di cemento si sarebbe ovviato alla criticità. Fece poi degli interventi che restituirono l'anima medievale al complesso». Su quando e come la campana tornerà a suonare, l'assessore alla Cultura ha spiegato: «Dovremo decidere. Stiamo pensando alle grandi occasioni e il fatto che sia regolata da un congegno elettronico ci consente di programmare il momento in cui vogliamo far sentire i rintocchi. Valuteremo con un gruppo di lavoro quando azionarla, previo parere dei tecnici. Sicuramente il suono tornerà a farsi sentire nel centro della città, riponendo un'antica tradizione che faceva della campana il regolatore del tempo civile, politico e sacro.
Il cronoprogramma
Tra due mesi esatti la torre verrà riaperta al pubblico. In questo momento si stanno montando gli ultimi pezzi della scala ed è in fase di realizzazione un video da proiettare nella sala immmersiva che sarà allestita ai piedi dell'edificio, destinata ad accogliere le persone in attesa di salire. Alla sommità potranno accedere 20 visitatori per volta con un unico senso di marcia essendo le scale molto strette. Nei prossimi giorni saranno effettuate delle prove per capire quanto si impiega ad arrivare in alto e a scendere, in modo da quantificare il tempo in cui si potrà rimanere sulla parte sommitale. I gradini sono 261, 8 in meno rispetto a quelli della Torre di Pisa.