VENEZIA - Il valore delle abitazioni nel Comune di Venezia sta continuando a crescere. Nell'ultimo semestre, secondo l'Ufficio studi del gruppo Tecnocasa: «A Venezia, nella seconda parte del 2024, le quotazioni immobiliari sono aumentate dell'1,6 per cento rispetto al semestre precedente». Un dato che però è corretto dalle stime di Confedilizia, per voce del presidente, Giuliano Marchi (nella foto): «Sostanzialmente vi è una situazione abbastanza costante, sebbene sei mesi siano un lasso di tempo talmente breve da rendere difficoltosa l'individuazione di una fluttuazione». Marchi aggiunge un'altra considerazione: «I dati su Venezia restano abbastanza stabili, mentre registriamo un calo su Mestre».
A MESTRE
La risposta potrebbe essere in una leggera fluttuazione verso l'alto delle abitazioni della laguna, che potrebbero però, per valori assoluti, esser in grado di contrastare il calo di Mestre.
L'altro aggiornamento proposto da Tecnocasa riguarda i canoni di locazione: «Sono rimasti sostanzialmente invariati per bilocali (+0,2 per cento), mentre sono aumentati del 6 per cento per i monolocali e del 5,9 per cento per i trilocali». Anche in questo caso c'è una leggera differenza da quanto reso noto da Confedilizia: «C'è una strana differenziazione tra bilocali e trilocali che a noi non risulta. L'aumento inoltre cadrebbe in controtendenza rispetto alle locazioni turistiche, visto che, stando ai dati che ci hanno fornito le associazioni di categoria, ci sarebbe un calo. Resta da capire se c'è una spiegazione legata alla sociologia».
Il riferimento è alla possibile ricerca di indipendenza, con qualche single che si "accontenta" del monolocale, oppure famiglie con figli che necessitano almeno del trilocale. In ogni caso, Marchi commenta offrendo una soluzione: «Se questi dati si rivelassero confermati, sarebbe necessario quanto prima inserire gli alloggi pubblici sul mercato, in maniera da fare da calmiere, almeno a Venezia».
COMMERCIALE IN CRISI
Confedilizia aggiunge anche un'altra variabile, che riguarda il tema degli esercizi commerciali. Su questo, Marchi definisce la situazione senza mezzi termini: «terrificante». Per il presidente infatti c'è da preoccuparsi: «Gli immobili commerciali su Mestre stanno registrando un disastro, stiamo anche coinvolgendo altre associazioni per cercare di capire il fenomeno. Ci sono negozi sfitti, il che è un problema anche per la gestione del territorio, in termini di sicurezza».
Quindi la soluzione potrebbe essere nel «ripristino della cedolare secca sugli immobili commerciali. C'erano stati segnali positivi sia in termini di aumento del flusso di entrate fiscali, che di riaperture di alcuni negozi». Ma non è tutto. Per sostenere questa economia servirebbe agire su un'altra leva: «Bisognerà pensare ad aiuti per chi comincia ad aprire attività ed eventualmente a un superamento della legge sull'equo canone. Serve una maggiore flessibilità sugli affitti brevi, oggi un 6+6 non ha più senso per nessuno».