PADOVA - A tre anni di distanza dal trapianto di fegato è tornato ad una vita normale e anche fare sport. Lui è Lorenzo Baliello, 51 anni, nato a Padova e residente a Vigonovo dal 2007. La sua storia ieri sera, 6 settembre, è stata al centro della serata «Donare è Rock» organizzata con l'Aido per la sensibilizzazione sulla donazione degli organi e realizzata nell' ambito del Sagrone in svolgimento in questi giorni a Vigonovo.
La rara malattia degenerativa
«Nel 2003 mi è stata diagnosticata una rara malattia epatica degenerativa la CSP, colangite sclerosante primitiva - ha detto Baliello - nel giro di 18 anni mi ha provocato la cirrosi fino ad entrare in lista d'attesa per il trapianto di fegato a gennaio 2021» . A luglio dello stesso anno, dopo ricoveri, sacrifici, sofferenza, è arrivata la prima chiamata ma il fegato non è risultato compatibile. «A distanza di otto giorni però mi è arrivata la seconda telefonata e finalmente il 29 luglio 2021 sono stato trapiantato a Padova dal bravissimo professor Gringeri dell'equipe del professor Cillo, eccellenza dei trapianti epatobiliari in Italia ed Europa - ha raccontato - . L'intervento è durato undici ore ed è riuscito perfettamente tanto che solo dopo otto giorni sono stato dimesso».
Due piccole crisi di rigetto
Il recupero è stato lento ma continuo nonostante due piccole crisi di rigetto e tanti farmaci. «Anche grazie alla mia tenacia e voglia di tornare a una vita normale - ha aggiunto - sono potuto tornare a fare sport come anni prima quando praticavo lo sci di fondo a livello agonistico». Baliello ha infatti fatto parte della società Sci Nordico Terme Euganee ed ha partecipato a varie gare di Gran fondo internazionali, come la Marcialonga e la Dobbiaco Cortina, gare rispettivamente di 70 e 42 chilometri. A gennaio di quest'anno ha ottenuto l'idoneità agonistica Colmo di entusiasmo si è iscritto alla Gran Fondo internazionale di 37 chilometri «Dobbiaco Cortina» unico trapiantato tra circa mille atleti da tutta Europa Il 4 febbraio ha partecipato e concluso la gara di 37 chilometri con grande orgoglio e soddisfazione per l'impresa che mai avrebbe pensato di poter tornare ad affrontare.