VENEZIA - «Le manifestazioni si possono fare, ma nel rispetto delle regole. E le pistole ad acqua, usate per mancare di rispetto e turbare i turisti, non rappresentano una forma di protesta corretta». Il prefetto Darco Pellos mette le mani avanti in prospettiva della manifestazione anti-overtourism del 15 giugno.
Le reazioni
«Niente pistole ad acqua, ma un microfono aperto» per dibattere sull'overtourism e per suggerire come far convivere residenti e turisti, dando la parola anche a loro, affinché possano esprimere il proprio malcontento per i disagi a cui spesso sono sottoposti. Fa un passo indietro, il consigliere di Tutta la Città insieme, Giovanni Andrea Martini, rispetto a qualche tempo fa, quando aveva rilanciato, un po' per provocazione, l'idea delle pistolettate d'acqua contro i visitatori a Barcellona. «All'epoca avevo semplicemente citato un esempio, tiene a chiarire oggi Martini Non ho mai detto che la gente si dovesse "armare" di pistole ad acqua». Tanto meno questa volta, in vista del 15 giugno. «Già in occasione di un convegno che avevamo organizzato all'Ateneo Veneto su questi temi, avevamo pensato di proporre una sorta di Stati Generali sul turismo. Quella del 15 giugno marca il consigliere mi sembra un'ottima occasione per fissare un'assemblea pubblica in cui ragionare assieme e confrontare le necessità dei residenti con quelle dei visitatori, coinvolgendo associazioni e comitati cittadini». «C'è poco spazio per il dialogo il commento del direttore Ava, Claudio Scarpa e prevalgono gli estremismi da entrambe le parti. Invece di ragionare razionalmente, si preferisce rifugiarsi nella politica del "no" a tutto. Politica perdente che isola chi la fa e legittima anche coloro che, sull'altra sponda, non vogliono cedere nulla». Da parte dell'associazione, resta la disponibilità a ragionare con chiunque, in tema di gestione del turismo, nell'interesse collettivo della città.