ARTA TERME (UDINE) - Il terzo assalto al Paradiso parte dal cuore della Carnia. Ai 442 metri di Arta Terme, storico buen retiro estivo dell’Udinese, il Treviso va alla ricerca dell’altezza giusta per puntare alla scalata all’universo professionistico che ad una piazza storica come quella biancoceleste manca ormai da troppo tempo: esattamente dalla stagione 2008-2009, l’ultima in serie B chiusa con la retrocessione e il successivo fallimento per irregolarità finanziarie. Terzo posto, poi il secondo, inutili dopo il ritorno in serie D. Per la promozione diretta è stata costruita una squadra da paura, già da categoria superiore. Ogni ruolo praticamente coperto da due giocatori di valore intercambiabili, un lusso per la serie D. Definire corazzata questo Treviso sta quasi stretto al gruppo affidato a Edoardo Gorini (tre salvezze del Cittadella in serie B) che da domenica in quota sta facendo lavorare sodo i suoi ragazzi. Sarebbe fuggito dalla canicola della pianura, ma fatalità in questa settimana a Treviso le temperature sono più da inizio autunno che da piena estate. Nelle accoglienti camere dell’hotel Gardel (spa annessa) sulla strada che porta allo Zoncolan, la sveglia è puntata ogni mattina alle 7.30, colazione dopo un’oretta, prima seduta mattutina alle 9.45. Il pranzo per ricaricare la batterie dalle 13, quindi ancora le scarpette bullonate ai piedi verso le 16.45. Sudore e fatica. C’è da fare gruppo e cementarlo, trovare quell’alchimia che dà la marcia in più, trasforma i sogni in realtà. Il Treviso stavolta non può fallire, per buona pace di Clodiense, Cjarlins e Mestre che pure hanno allestito una rosa pronta a lottare per la promozione. Il Consorzio ha investito forte. Solo quattro i reduci dall’ultima stagione (Beltrame, Artioli, Brigati e Mangiaracina tra i pali) dopo il “destr riga” non solo in campo. Al lavoro ad Arta Terme nel campetto che più verde non si può, c’è gente come Gucher, i bomber Scotto e Fedato, gente con esperienza e carisma da vendere; quindi fatalità gli ex Clodiense (nella stagione del 3° posto del Treviso cannibalizzò il campionato), Munaretto, Salvi e Serena, d’altronde come Beltrame, ma anche un nugolo di giovani di talento pronti ad esplodere come la punta Zanotelli e gli unici due trevigiani doc della rosa Rizzotto e Perin.
Mister Gorini sa bene che questi sono giorni cruciali. «Qui ad Arta Terme le giornate procedono bene, c'è tanto entusiasmo e disponibilità da parte dei ragazzi, è un periodo in cui bisogna fare gruppo, lo hanno capito e c'è già una certa amalgama. Per ora sono soddisfatto. Ma da qui all'inizio del campionato c'è ancora tanta strada da fare. Ci stiamo concentrando su alcuni aspetti tecnico-tattici (ieri la fase difensiva su palle inattive, ndr) e lavorando da un punto di vista fisico con carichi abbastanza pesanti». Al mister è stata affidata una Ferrari: «Si però intanto dobbiamo completare la squadra (manca una punta, prima o seconda ma fisica). Di Ferrari ce ne sono tante, bisogna metterci dentro le cose giuste che per me da sempre sono la fame di vittoria, equilibrio, disponibilità e spirito di gruppo. Concetti semplici che restano la base del mio calcio. Senza fai fatica, anche se spendi tanti soldi. Questi sono quasi tutti giocatori nuovi, per questo abbiamo iniziato una settimana prima. Sono motivati e capiscono di essere fortunati, me compreso, di essere qui a Treviso. C'è un bel progetto in una piazza importante e blasonata che mi ha subito colpito specialmente, l'entusiasmo del presidente, qui c’è tutto per fare bene. Poi da li a vincere il campionato ci passa il campo». Il Treviso è favorito. «Dipende anche dai gironi, nella composizione ci può sempre essere la sorpresa. Ha lavorato bene il Cjarlins Muzane, il Mestre ha mantenuto l'ossatura già importante della scorsa stagione operando quei 4-5 innesti di qualità». Gorini ha in mano una squadra con parecchi leader e tanti giovani alla prima esperienza in una prima squadra: «Adesso è il periodo che serve per creare gli incastri giusti, fare esperimenti, verificare che quello che hai visto in video corrisponda, scoprire e conoscere i giocatori vedendoli sul campo. Questo è il bello del nostro lavoro». A dare una mano per trovare la giusta quadra e studiare alla perfezione i suoi ragazzi c'è anche un drone pilotato dal preparatore dei portieri Nicola Visentin (vinse la Champions ‘96 all’Olimpico da terzo portiere della Juve, ndr) che riprende gli allenamenti. «In questa fase in cui si lavora sul piano tattico è fondamentale. Specialmente perché attraverso i video fai rivedere ai ragazzi le posizioni giuste».