CONEGLIANO - «Samuele Battistella ha sferrato un violentissimo cazzotto in pieno volto a Shimpei Tominaga senza ragione, indotto da uno stimolo di tale lievità, banalità e sproporzione da apparire insufficiente a provocare l'azione criminosa, rivelandosi lo sfogo di un impulso violento».
È stata depositata la motivazione della sentenza di condanna, per complessivi 16 anni, ai tre imputati per la morte dell'imprenditore giapponese, colpito con un pugno al volto in un locale di Udine.
I GIUDICI
I giudici del tribunale di Udine sottolineano i passaggi salienti della tragedia. «Secondo la difesa di Battistella (sostenuta dall'avvocato Stefano Arrigo) Tominaga aveva detto, rivolto a Daniele Wedam (condannato a 2 anni) "scappa, scappa, scappa", come per tacciarlo di vigliaccheria, negandone la dignità virile, esponendolo al ridicolo e al discredito». Insomma, una frase che equivarrebbe a un insulto simbolico che acquista "forza provocatoria in un ambiente teso, pubblico, maschile nel quale la reputazione si gioca anche sul terreno dell'onore e del confronto fisico". Cosa che i giudici non hanno ritenuto accettabile. «Battistella ha colpito con l'intenzione di fare male dato che ha indirizzato il pugno con forza in una zona vitale del soggetto impreparato a riceverlo, tanto è vero che Tominaga ha perso i sensi cadendo al suolo come un tronco d'albero reciso» scrivono i giudici nella motivazione, specificando che vengono concesse le attenuanti equivalenti all'aggravante per aver agito per futili motivi determinando la pena in 12 anni di carcere, in considerazione al fatto che, oltre ad essere incensurato, ha avuto una condotta processuale "molto corretta nonchè, fino al momento di colpire Tominaga, era stato il meno aggressivo dei tre". Statuita una provvisionale a titolo di risarcimento del danno per i familiari di Tominaga, costituitisi parte civile, pari a 250mila euro.
GLI ALTRI DUE
Per Abd Allah Djouamaa, 22enne di Vittorio Veneto, difeso dall'avvocato Guido Galletti, comminati 2 anni di reclusione anche se la perizia psichiatrica ha confermato l'esistenza di un disturbo della personalità, cui si è sommata una condizione di uso di sostanze stupefacenti, ma che ha mantenuto intatta la sua capacità di intendere e volere. I giudici ravvisano "l'incapacità di controllare i propri istinti e la propensione a reagire in maniera aggressiva senza alcuna considerazione per la libertà di determinazione altrui". Nella determinazione della pena i giudici hanno valutato il fatto che la sua giovane vita è "caratterizzata dall'assenza di una qualunque occupazione o interesse e dal susseguirsi di azioni delittuose".
Infine, Daniele Wedam, 20enne di Conegliano, difeso dall'avvocato Tino Maccarrone, condannato a 2 anni che non ha, non ha manifestato pentimento, anzi ha cercato di sostenere di essere stato una vittima di ignote condotte provocatorie, nè si è mai scusato con le vittime per la sua insensata aggressività».