Accoltellò Marta Novello, confermati i 5 anni di carcere al ragazzo. La sentenza dell'Appello bis

L'imputato, 15enne all'epoca dell'aggressione, è stato giudicato capace di intendere e di volere. Il 22 marzo del 2021, a Mogliano, colpì con una raffica di fendenti la giovane runner

venerdì 15 novembre 2024 di Valeria Lipparini
Accoltellò Marta Novello, confermati i 5 anni di carcere al ragazzo. La sentenza dell'Appello bis

MOGLIANO (TREVISO) - Conferma bis della Corte d'Appello di Venezia della condanna a 5 anni per il 15enne (ormai maggiorenne) che aggredì e colpì con 23 coltellate la runner Marta Novello intenta a correre lungo via Marignana, a Mogliano in provincia di Treviso, il 22 marzo del 2021, provocandole serie lesioni ai polmoni e al fegato, che richiesero una lunga degenza dopo le dimissioni dalla terapia intensiva. È la seconda pronuncia dei giudici veneziani che hanno confermato la precedente sentenza a carico dell'imputato (difeso dall'avvocato Matteo Scussat) con una pena diminuita per l'accoglimento del rito abbreviato, del parziale vizio di mente riconosciuto e della sua minore età all'epoca dell'aggressione.

Le motivazioni della sentenza sono previste tra 90 giorni. La difesa avrà altri 60 giorni di tempo per impugnare. Ma l'avvocato Scussat preannuncia già ricorso in Cassazione.

Ieri, nel corso dell'udienza conclusiva la difesa ha contestato le conclusioni della perizia psichiatrica effettuata dal consulente della Corte d'Appello Alessandro Pesavento. E l'ha fatto con una contro perizia, affidata al neuropsichiatra infantile, ricercatore alla Sapienza di Roma, Ugo Sabatello. In primo e in secondo grado era stato, infatti, ritenuto parzialmente capace di intendere e di volere al momento del fatto, per via della sua immaturità e di un quoziente intellettivo inferiore alla media. La Cassazione aveva, però, annullato la condanna in appello a 5 anni perché non erano stati approfonditi a sufficienza i temi dell'immaturità e della capacità al momento dell'aggressione. Da qui il nuovo rinvio in Appello, dove i giudici lagunari avevano disposto una nuova perizia psichiatrica che spazzasse via ogni dubbio, affidata al consulente Pesavento. Quest'ultimo aveva spiegato alla Corte l'esito del proprio esame, condotto sulla base della copiosa documentazione agli atti. In particolare erano stati presi in considerazione rapporti con i familiari, i compagni di classe, gli insegnanti, i compagni della squadra di calcio e gli allenatori. Risultato? Il ragazzo all'epoca avrebbe avuto un quoziente intellettivo ridotto rispetto alla media della sua età e delle difficoltà di linguaggio. Ma questi aspetti non ne avrebbero intaccato né la maturità né la capacità di intendere e volere.

La difesa

«Rispetto la decisione, ma c'è molta delusione ed amarezza. E' stata scritta una brutta pagina per la Giustizia. Dopo la pronuncia della Cassazione il minore andava prosciolto in quanto non imputabile per immaturità. Ostinarsi a negare questa verità porta solo a confusione, errori e forzature. Il consulente della difesa ha smontato punto su punto la perizia Pesavento, ma non è bastato. Per condannare il minore sono state disattese le risultanze processuali, elusi i principi che erano stati fissati nella sentenza di annullamento, forzato il dato normativo. Aspettiamo le motivazioni, ma ricorreremo in Cassazione».

La vittima al processo

Ad assistere al processo c'era Marta Novello che dopo aver combattuto una sua battaglia personale per tornare a vivere e aver sconfitto le tante deficienze fisiche e quelle, più difficili, psicologiche, ha deciso di partecipare all'udienza ascoltando dalla prima all'ultima parola di periti e giudici. La famiglia è assistita dall'avvocato Alberto Barbaro. Ed è proprio l'avvocato a dire: «Siamo al quarto grado di giudizio. Aspettiamo la sentenza definitiva per rilasciare dichiarazioni. Dico soltanto che Marta è una ragazza fantastica che ha reagito fin da subito con una forza straordinaria. Certo, le paure sono difficili compagni. Ma lei ha voluto essere presente al processo». Il 15enne (ormai maggiorenne) è tuttora a Londra per un errore di notifica che lo ha reso libero il tempo necessario per andarsene dall'Italia. L'avvocato, sul punto, non commenta. Dice, invece: «La famiglia Novello non ha mai ricevuto alcuna offerta di risarcimento danni da parte del suo assalitore e si è fatta carico di tutte le spese economiche fin qui sostenute. Che si aggiungono al fardello delle spese mediche e specialistiche e al peso degli incubi di un aggressione brutale. Adesso aspettiamo i tempi del ricorso».
 

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