TREVISO - Una "pizza connection", dove a farla da padrone sono dominicani, regolari, nella stragrande maggioranza dei casi imparentati tra loro oppure legati da vincoli di amicizia e ben inseriti nelle rispettive comunità. Che smerciavano droga come si commercia con generi di prima necessità. Chili di cocaina alla settimana, più di mezzo quintale all'anno e, quindi, un quintale nei due anni di indagine. Tutti veicolati in piccoli carichi, per non insospettire gli inquirenti e nascosti in doppi fondi delle auto. Tra di loro i componenti della banda si chiamavano con soprannomi, c'è un tal "Marcelito", e un "Gordo".