L’Intelligenza artificiale è senz’altro uno dei principali temi che hanno dominato il dibattito pubblico degli ultimi anni: dai reportage su quotidiani e settimanali alle trasmissioni televisive di approfondimento, dai podcast agli incontri più tecnici. Ma quanto ne sappiamo davvero? E come è cambiata la conoscenza di questo fenomeno destinato a cambiare radicalmente il mondo? Secondo gli ultimi dati analizzati da Demos per l’Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, oggi il 31% degli intervistati afferma di sapere perfettamente cos’è l’Intelligenza artificiale: rispetto a due anni fa, la crescita è di 13 punti percentuali. Parallelamente, sono diminuiti quanti ne hanno una conoscenza solo generale (44%, -3 punti percentuali), chi ne ha solo sentito parlare (19%, -5 punti percentuali) e quanti ammettono di non avere idea di cosa sia (6%, quota praticamente dimezzata rispetto all’11% del 2023).
La conoscenza
Parlarne, dunque, ha stimolato l’interesse e incrementato la conoscenza: d’altra parte, due anni fa era proprio la curiosità (27%) a dominare i sentimenti legati all’IA, e anche oggi, pur perdendo qualche punto percentuale (-3), è il primo sentimento dei nordestini (24%) verso questo fenomeno; in più, a conferma dell’aumento della confidenza, rileviamo come coloro che non rispondono siano passati dal 6% all’azzeramento. A essere cresciuta (+5 punti percentuali), invece, è l’idea che l’IA sia un’opportunità (dal 17% rilevato nel 2023 all’attuale 22%), ma un aumento della stessa entità lo osserviamo anche per chi la considera una minaccia (dal 10 al 15% nello stesso arco di tempo). E in quanti usano abitualmente l’Intelligenza artificiale? Poco più di un nordestino su quattro (27%) ha un’esperienza diretta con l’IA tutte le settimane, il 20% la usa meno spesso, il 47% afferma di non averla mai usata e il 6% ammette candidamente di non sapere neanche se l’ha fatto oppure no.
Gli studenti
Guardando a coloro che fruiscono più intensamente dell’IA, spiccano – senza troppa sorpresa – i più giovani: la maggioranza (51%) di quanti hanno tra i 25 e i 34 anni la usa tutte le settimane, ma è tra gli under-25 che la quota raggiunge la cifra record del 77%. Interessante, però, è osservare che anche le persone di età centrale (35-54 anni) si posizionano sopra alla media (29-32%), mentre è tra coloro che hanno tra i 55 e i 64 anni (14%) e gli over-65 (6%) che il consumo si riduce al minimo. Guardando alla formazione, poi, possiamo vedere come l’uso dell’Intelligenza artificiale cresca con gli anni di istruzione: tra chi ha conseguito la licenza media l’utilizzo si ferma al 15%, sale al 39% tra coloro che sono in possesso di un diploma e raggiunge il 50% tra chi ha una formazione universitaria. Anche professionalmente possiamo osservare alcune indicazioni interessanti: coerentemente con quanto visto per l’età, sono gli studenti (86%) a mostrare la familiarità più ampia con l’IA, ma dei valori superiori alla media sono rintracciabili anche tra tecnici e impiegati (43%), liberi professionisti (40%) e disoccupati (39%), imprenditori e lavoratori autonomi (40%).